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Giro attorno al Monviso (18-19-20 agosto 2020)


Giro attorno al Monviso - giorno 1

Al Pian Melzé (m.1720, dove si trovano il rifugio Pian della Regina) io e l'amico che mi ha proposto questo giro percorriamo il ponte sul Po e saliamo per la sterrata che poi diventa sentiero e che porta nei pressi della riva sinistra, nel senso di marcia, del lago Chiaretto (m.2261). Più in alto il sentiero si unisce a quello proveniente dal Pian del Re. Da notare che in questo periodo, nella zona del lago Chiaretto, il sentiero che arriva dal Pian del Re è chiuso per rischio frana di sassi e quindi a un certo punto si viene deviati sul sentiero fatto da noi con percorso più diretto e più ripido.

Il sentiero per il rifugio Quintino Sella sale poi su vaste pietraie passando sotto il Viso Mozzo e arriva così al Colle del Viso (m.2650) in vista del rifugio e del lago Grande di Viso. Arrivati al rifugio (m.2640) ci sistemiamo, l'affluenza è stata ridotta per facilitare il distanziamento causa il covid, e puntiamo al Viso Mozzo.

La salita al Viso Mozzo si svolge su pietraia percorsa da un sentierino quasi sempre evidente e inoltre marcato da ometti e da segni bianco-rossi. È in questo tratto che vediamo alcuni stambecchi. Nuvoloni un pò ovunque nascondono il panorama, in primo luogo il Monviso. Il cartello al Colle di Viso indica la salita in 1h20, noi senza zaino e con un equipaggiamento concentrato in un marsupio e un marsupio-borraccia ce la siamo cavata in 50 minuti.


Giro attorno al Monviso - giorno 2

Con questa tappa ci si porta dal versante est a quello ovest del Monviso, dopo aver costeggiato i contrafforti del versante sud. Dal rifugio Quintino Sella un sentiero quasi pianeggiante attraversa prati e pietraie ai piedi della parete est del Monviso e delle punte Sella e Barracco, dirigendosi verso sud e portandosi sotto il Passo Gallarino (m.2730). Voltandosi la visuale si amplia sulla parete sud del Monviso, quella dove passa la via normale.

Raggiunto con una breve salita a tornanti il Passo Gallarino, si percorre un traverso che taglia in quota verso ovest raggiungendo il Passo San Chiaffredon(m.2764). Da qui si scende, prima dolcemente passando dai laghi Lungo e Bertin e attraversando una zona in cui sembra sia stato organizzato un campionato mondiale di ometti. Attorno l'ambiente è roccioso, con le pareti delle punte Trento, Dante e Rocce Meano. Subito dopo il lago Bertin si trova la deviazione che in 10 minuti, per sentierino a tornanti lungo la via più diretta, porta al bivacco Bertoglio, posto su un panettone di erba e rocce.
Ritornati sul percorso principale, la discesa si fa ripida lungo il Vallone delle Giargiatte, verso il fondo del Vallone di Vallanta, prima su terreno aperto e pietraie, poi in un bosco di larici e cembri. Superato il Pian Meyer (m.2126) il bosco si fa più fitto e il sentiero scende alla passerella sul torrente Vallanta alla località Grange Gheit.

Svoltando a destra, in direzione nord, un ampio sentiero sale lungo il Vallone di Vallanta, toccando le Grange del Rio (m.1930). Più avanti la pendenza si accentua, pur mitigata dai tornanti, quando bisogna superare un panettone erboso, oltre il quale appare il rifugio Vallanta. Da questo punto, senza tagliare ma con un ampio giro si arriva al rifugio (m.2458) in ulteriori 20-30 minuti. Il panorama è dominato dalle pareti ovest del Monviso e del Viso di Vallanta, fanno corona l'aguzzo Visolotto e la tozza Punta Gastaldi, che si specchiano nel vicino lago.

Siamo partiti dal rifugio Sella alle 8 e arrivati al rifugio Vallanta alle 15, con un'ora complessiva di soste.
Il rifugio Vallanta, che abbiamo visto gestito da sole donne, ci è parso ben organizzato anche in rapporto alla situazione-covid e particolarmente pulito.



Giro attorno al Monviso - giorno 3

Con questa tappa ci si dirige verso nord entrando in Francia, poi si svolta a est e tramite la galleria "Buco di Viso" o il Colle delle Traversette si passa in Italia e si scende al punto di partenza.

Dal Rifugio Vallanta (m.2458) il sentiero si dirige inizialmente quasi pianeggiante verso il Passo di Vallanta, poi supera a tornanti un ripido gradino erboso che dà accesso a un altro tratto quasi pianeggiante fino al colle a 2815 metri. Sulla destra il percorso è sovrastato dalla parete ovest del Monviso.
Dal Passo di Vallanta scendiamo nel versante opposto, nella Valle del Guil, in un angolo di territorio francese. I transalpini ci accolgono con un sentiero su una pietraia un pò antipatica, poi attraversata una pietraia dove il percorso è segnato da ometti il sentiero ricompare e si biforca: a destra scende ripido sul fondovalle al piccolo Lac Lestio, a sinistra scende più lentamente in traverso. Scegliamo il traverso, che vediamo percorso in salita da comitive italiane e francesi.
In questo tratto cerchiamo di individuare, dal lato francese, le punte Roma, Udine e Venezia. Alla nostra sinistra abbiamo il monte Losetta (pointe Joanne per i francesi) con un versante roccioso. Arrivati al lago continuiamo sul fondovalle, finalmente sui prati dell'alta Valle del Guil e superiamo il torrente. Il sentiero supera in dolce salita i neanche 100 metri di dislivello che ci separano dal Refuge du Viso (m.2469). Alle nostre spalle è ben visibile la parete ovest del Monviso.

Dal rifugio il sentiero per il Colle delle Traversette procede prima pianeggiante, poi sale a destra in una valletta chiusa dalla parete rocciosa di confine. Il sentiero vince alcuni gradini, talvolta coincide col greto di un ruscello e arriva a toccare la parete rocciosa. Si procede ora verso destra, tenendo la parete a sinistra, in direzione del Colle delle Traversette, stretto intaglio tra la parete di roccia e le Rocce Fourioun. Prima di raggiungerlo, ai piedi dell'ultimo strappo, si trova l'ingresso francese del Buco di Viso (m.2882, Tunnel de la Traversette per i francesi). In rete si possono trovare informazioni su questa galleria scavata nel 1480.

Ho visto un documentario secondo cui almeno una parte dell'esercito di Annibale sarebbe passata dal Colle delle Traversette perché sono stati trovati vecchi escrementi di cavalli il cui DNA è simile a quello dei cavalli africani. Da escursionista, dopo avere visitato la zona, oso dire che possono esserci passati un distaccamento oppure degli esploratori, ma non tutta l'armata cartaginese perché il terreno mi è parso sufficientemente impervio.

E' mezzogiorno, decidiamo di percorrere il Buco di Viso e di fare pausa pranzo in Italia dove cambia il panorama. Entriamo in galleria dalla Francia con cielo sereno e poche innocue nuvole. Per percorrere il tunnel ci vogliono 5 minuti, la lampada frontale serve per pochi metri. Sbuchiamo sul lato italiano e....sorpresa: nebbia in Val Padana! Sarà una nuvola passeggera, penso io, invece persiste. La vista del versante nord del Monviso sarà dunque limitata a quella parziale del primo giorno dal Pian Melzé e questa sarà l'unica delusione del giro.

Dal Buco di Viso, dopo i primi tornanti su pietraia, un comodo sentiero scende al Pian del Re e da qui al Pian Melzè (Rifugio Pian della Regina) dove termina il giro.

Oggi siamo stati impegnati per 7h30, di cui 6h30 effettive di cammino.



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