Descrizione di alcune escursioni sulle Alpi piemontesi, per ora limitandomi alla Val d'Ossola:

Monte Cazzola, Corona Troggi, traversata Alpe Veglia - Alpe Devero


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Monte Cazzola con le racchette da neve

E' il 12 dicembre 2004. Non siamo ancora degli esperti con le racchette da neve quindi scegliamo una cima facile. Partiamo dall'Alpe Devero. Subito all'inizio della piana giriamo a sinistra (est) raggiungendo in pochi minuti le case di Piedimonte (m.1644). Qui superiamo con un ponticello il torrente Buscagna e cominciamo a salire. La neve è abbastanza dura e percorsa da numerose tracce di escursionisti che hanno già scelto la nostra meta. Entriamo nella prima valletta a sinistra (sud) e raggiungiamo l'Alpe Misanco (m.1907). Da qui puntiamo dritti verso sud, sempre sfruttando una marcata traccia nella neve. Avendo alle spalle la marcata mole del Monte Cervandone, usciamo gradualmente dal bosco sbucando sulla parte sommitale del Monte Cazzola, sopra la stazione di arrivo degli skilift. Lasciata questa in basso a sinistra, giriamo a destra (sud-ovest) e raggiungiamo l'ampia cima a 2330 metri. Abbiamo impiegato 2.15-2.20 ore.
Ci troviamo al centro di un anfiteatro di montagne che vanno dalla Punta Gnifetti (appena visibile), all'Andolla, al Monte Leone, al Cervandone, alla Punta d'Arbola. La discesa senza inconvenienti conclude questa gita di inizio inverno.
Clicca qui per vedere le fotografie, scattate dalla compagna di gita Silvia.


Corona Troggi con le racchette da neve

Monte Cervandone Con alcuni amici di ISM ( itsportmontagna.it ) siamo saliti al Corona Troggi dall'Alpe Devero in una giornata di sole di inizio febbraio 2004. Calzate le racchette al principio del pianoro, ci siamo diretti verso N-E lungo la valletta del torrente Devero che scende dal lago artificiale omonimo. Piegando a destra siamo saliti nel rado bosco passando non distante dai laghi del Sangiatto.
Da qui, usciti dal limite degli alberi, abbiamo percorso il pendio O-N-O del monte fino alla cima (m.2230). Nella seconda parte della salita ci ha accompagnato un bel panorama sul monte Cervandone, sulle altre montagne che circondano l'Alpe Devero, sul monte Leone e sul più lontano gruppo Andolla-Weissmiess.



Traversata Veglia - Devero - Veglia; Val d'Ossola, gruppo del Monte Leone - Monte Cervandone

La Val d'Ossola è la meta della gita di due giorni del CAI Monza - SAM (Società Alpinisti Monzesi).
All'Alpe Bondolero La partenza avviene da San Domenico (m.1400), al termine della strada per l'Alpe Veglia, in una mattina nuvolosa. Un primo tratto ripido seguendo una pista da sci porta ai 1900 metri dell'Alpe Ciamporino. Attraversiamo pascoli in moderata pendenza fino al Colle di Ciamporino (m.2283). Da qui scendiamo nella Valle Bondolero, dapprima senza sentiero e orientandoci con segni che nel 1997 erano molto sbiaditi. Più in basso il sentiero torna evidente e conduce all'Alpe Bondolero (circa 1900 m.). Qui saliamo a sinistra, in direzione nord, senza sentiero e per prati molto ripidi, fino ai visibili Passi di Buscagna (circa 2300 metri). Scendendo lungo la dorsale del Monte Cazzola (m.2330) raggiungiamo, con un tempo ormai volto al bello, il pianoro dell'Alpe Devero e il Rifugio Castiglioni, dove passiamo la notte.
La domenica mattina il tempo è splendido. Abbiamo in programma di compiere la traversata in senso inverso ma utilizzando un sentiero più a nord dell'itinerario di ieri.
Al Passo di Valtendra Scorcio dell'Alpe Veglia Attraversiamo l'Alpe Devero in direzione ovest. Il sentiero supera a tornanti un primo risalto, svolta a sud e immette nel lungo pianoro dell'Alpe Buscagna. E' una vasta distesa di pascoli che percorriamo sferzati dal vento. Una seconda serie di tornanti porta ai 2461 metri del valico Scatta d'Orogna. Al colle appaiono il Monte Leone (m.3552) e le altre montagne che fanno da corona all'Alpe Veglia. Si perdono circa 100 metri di quota, poi una traversata a mezza costa percorre la testata della Val Bondolero per salire poi al Passo di Valtendra (m.2431). Da qui si scende nell'Alpe Veglia, prima con una lunga serie di tornanti che portano presso il Pian Sass Mor, dove sostiamo a lungo apprifittando del tempo soleggiato. Poi il sentiero scende attraverso i boschi e i prati ricchi di acque per i quali l'Alpe va giustamente famosa fino al Rifugio Città di Arona. Attraversata l'Alpe in direzione sud-est, seguiamo la strada sterrata di accesso da San Domenico, lungo la pittoresca forra del torrente Cairasca, fino al punto di partenza.


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