EGITTO

IL Cairo e crociera sul Nilo


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Introduzione

Abbiamo compiuto questo viaggio nel maggio del 1997. Contrariamente alle nostre abitudini stavolta ci siamo affidati ad un tour organizzato. L'impostazione del viaggio ci ha comunque soddisfatti perchè veniva riconosciuta una certa libertà a ciascuno. La visita di un luogo archeologico o di interesse veniva svolta dapprima con un'ampia introduzione da parte della guida, poi con una visita individuale dove ognuno poteva scegliere cosa vedere e fotografare meglio. L'unica eccezione è stata alle Piramidi, dove il tempo concesso per visitarne l'interno è stato lo stretto necessario.
L'organizzazione del viaggio è stata italiana; una volta sul posto il Tour Operator si è valso di guide locali che ci hanno lasciato un ottimo ricordo di cordialità e competenza.

Saqqara

Iniziamo questo tour dal nostro albergo al Cairo, presso le Piramidi. Andiamo a Saqqara per una strada che costeggia un canale. L'ambiente cambia presto: il cemento del viale delle Piramidi cede il posto alla campagna e a casupole misere. Si notano molti contadini, anche bambini, che sull’asinello guidano i bufali al lavoro dei campi. La guida parla di un parassita che infesta le acque del Nilo e dei canali e che causa un abnorme ingrossamento del fegato: la blizzarrosi. Questa malattia è curabilissima grazie a pastiglie distribuite gratis dal governo, ma molti si rifiutano di assumerle. Vedo subito un tizio completamente nudo che raccoglie erbe dentro il canale. Passiamo davanti ad alcune scuole, riconoscibili dall’insegna in inglese Carpet school, per avviare le giovani donne all’arte della tessitura dei tappeti. Qualcuno del gruppo che ha capito tutto commenta "Guarda come combattono l’analfabetismo" oppure "Sono poveri ma ci tengono all’istruzione".
Ci viene illustrata la storia dell’Antico regno, in cui spiccano le figure dei faraoni Cheope e Chefren. Ad esso seguì l’invasione degli Hyksos, venuti dall’Asia con cavalli e carri da guerra sconosciuti agli Egizi. Dopo la riconquista del paese si ebbero i regni Medio e Nuovo.
La prima tappa è il luogo dove sorgeva Menfi. Della capitale dell'Antico Regno restano solo una sfinge d’alabastro, la gigantesca statua di Ramsete II e poche altre sculture. Conosciamo una costante del tour in Egitto: i turisti pagano un supplemento per fotografare all’interno di musei e tombe (5 o 10 lire egiziane per le foto, 50 o 100 per i film).

Da Menfi in breve siamo a Saqqara, attraversando un’oasi ricca di palme. Al di là, già nel deserto, si estende il complesso funerario, dominato dalla piramide a gradoni di Zoser. Saqqara è prima di tutto una necropoli, ricca pertanto di tombe chiamate mastabe. Queste sono di forma complessivamente rettangolare e composte ciascuna da varie stanze più o meno grandi e docorate secondo lo status sociale del defunto. Visitiamo la mastaba del funzionario Mereruka, dove la colorazione delle pareti conserva un debole colore rosato. Le decorazioni raffigurano momenti della vita del tempo: pesca, lavoro dei campi, lavori domestici, vita lungo il Nilo con con ippopotami e coccodrilli.
Ci portiamo presso la piramide di Zoser, preceduta dalla piccola e fatiscente piramide di Unas. Sullo sfondo si notano le piramidi di Dashur, avvolte nella foschia. Sostiamo in un grande cortile davanti al monumento. La guida racconta che qui il faraone doveva fare una corsa con un toro, per dimostrare di essere forte e vigoroso: vinceva quasi sempre il faraone. La piramide è una successione verticale di sei mastabe via via più strette. Mostra blocchi addossati in modo un po’ impreciso, talora franati, e non si visita. Nel suo interno è stato trovato il corpo di Zoser assieme ad una gran quantità di vasellame.

Giza

Una strada passa tra le due piramidi maggiori e conduce ad un piazzale panoramico verso ovest, con un'ottima vista sulle celebri piramidi di Cheope, Chefren e Micerino. La guida illustra la teoria classica sulla costruzione di questi celebri monumenti, aggiungendo che secondo i recenti studi le piramidi sono allineate con le stelle della costellazione di Orione. Su chi abbia costruito le piramidi, come, quando e perchè, sono state scritte montagne di libri.
Il nostro accompagnatore italiano sconsiglia di entrare nelle piramidi: non c’è niente, fa caldo, il cunicolo è stretto e basso, qualcuno si è anche sentito soffocare. In cinque entriamo comunque nella piramide di Chefren, quella al momento aperta. La visita non dura molto: effettivamente ci sono soltanto due cunicoli, due camere completamente spoglie tranne che per il presunto sepolcro granitico di Chefren.
Tutto attorno ci sono egiziani che offrono cartoline e francobolli per "milo liro italiano", oppure propongono un giro sui dromedari. Siamo stati avvisati: "Prima ti chiedono i soldi per farti salire, poi ne vogliono altri per farti scendere". Abbiamo così fatto conoscenza con l’insistenza dei venditori, che assediano i turisti per ricavare qualche soldo.

Un breve tratto in discesa porta alla Sfinge ed al contiguo tempio detto della valle. Visitiamo quest’ultimo e lo osservo con attenzione: si tratta di blocchi di granito molto levigati, cementati l’uno con l’altro e con incastri agli spigoli in modo da resistere ai terremoti.
Saliamo sul bordo del fossato attorno alla Sfinge. La mia impressione personale è che la Sfinge sia il monumento peggio conservato che mi sia mai capitato di vedere. Attorno ad essa, come per il tempio della valle, è fiorita tutta una letteratura secondo cui si tratterebbe di costruzioni non egizie ma molto precedenti.
Lasciata la piana di Giza con una spettacolare panoramica sull'intero complesso, paghiamo una tassa tipica dei viaggi organizzati: una sosta con acquisti, in questo caso in una fabbrica di papiri. Questi però sono autentici, cioè di vero papiro, mentre per strada i venditori ne offrono 10 a 10.000 lire italiane: sono fatti di banano e alla prima umidità si sfaldano.


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